Oltre a quanto esposto nell'articolo de Il Sole 24 Ore, non si deve dimenticare che esiste anche il problema delle riserve auree dell'ex Banca d'Italia, quando ancora era banca pubblica.
Con la nuova Bankitalia (la grafia ha la sua importanza) banca privata occorre ben definire a chi appartengono le riserve auree. Prima, con l'esistenza della Banca d'Italia non si poneva il problema perché sia le riserve statutarie (devolute alle banche private socie di Bankitalia) sia le riserve auree erano di proprietà dal popolo italiano perché appartenenti alla Banca d'Italia banca pubblica. Ora la cosa non è del tutto chiara. Sarebbe il caso di chiarire la questione prima che si avanzino diritti, a mio avviso inesistenti, sulle riserve auree del popolo italiano. Credo sia urgente definire la questione perché nel caso dell'uscita dall'euro dell'Italia o di qualche altro Paese dell'UEM, le riserve auree potrebbero avere un'importanza economico-monetaria strategica determinante. Esserne privi significherebbe non avere nessuna estrema possibilità di manovra. Leggere certe notizie è veramente illuminante e nello stesso tempo irritante.
In un'intervista l'ex Primo ministro rumeno Emil Boc ha dichiarato di essere favorevole a rimandare l'aumento delle accise sui carburanti (tutto il Mondo è paese in fatto di fisco) perché la Romania ha un tasso di crescita del 3,5% e con questa crescita non è plausibile un aumento della pressione fiscale. Avete letto bene +3,5% mi chiedo da quanti anni l'Italia non vede una crescita di tale portata. Ricordo che la Romania è nell'Unione Europea ma fuori dall'euro, usano la moneta nazionale il leu (cambio odierno 4,461 RON contro 1 euro). Con il loro cambio riescono ad essere concorrenziali e quindi ad esportare i loro prodotti ed a frenare le importazioni, l'esatto contrario di ciò che succede in Italia. A buon intenditor poche parole. |