Nei giorni scorsi il Presidente BCE M. Draghi aveva annunciato che era pronto ad utilizzare strumenti "non convenzionali" per cercare di ridare fiato all'asfittica economia dei Paesi periferici dell'eurzona. Avevo illustrato la possibilità di un nuovo LTRO oppure una nuova versione di QE. Oggi la notizia che farebbe sottendere un intervento sui cambi, in particolare un tentativo di ridurre il cambio euro/dollaro. Ciò potrebbe essere possibile attraverso le due maggiori operazioni, acquisto diretto sul Forex ( mercato dei cambi) di dollari USA e vendita di euro oppure l'acquisto di titoli di stato stranieri ( penso in particolare agli USA e Giappone). Un'azione del genere sarebbe particolarmente utile per tutte le aziende export oriented, cioè quelle che esportano e questo potrebbe dare una boccata d'ossigeno ai PIL dei Paesi della periferia dell'eurozona. Di quanto potrebbe essere l'aumento del PIL?. Domanda particolarmente difficile anche perchè dipenderà di quanto (eventualmente) scenderà il cambio con il dollaro USA. Se Draghi lo vorrà portare ad un livello intorno a 1,20 dollari per un euro (livello a mio avviso ancora troppo alto) l'aumento del PIL potrebbe essere contenuto nella forbice 0,3 - 0,5%; se lo vorrà portare alla parità ( dubito fortemente) cioè 1/1 un dollaro un euro, l'incremento del PIL sarà ovviamente maggiore.
Un solo dubbio: la Signora Merkel accetterà questa nuova "politica dei cambi della BCE"?. Accetterà che i Paesi periferici dell'eurzona abbiano più possibilità di esportare?. Immagino che la risposta sarà NEIN e che dopo il 25 maggio di questi buoni propositi si avrà solo un lontano ricordo.
Immaginiamo solo per un momento quale potrebbe essere l'aumento del PIL italiano se si avesse ancora la sovranità monetaria ed economica.