Oltre a quanto esposto nell'articolo de Il Sole 24 Ore, non si deve dimenticare che esiste anche il problema delle riserve auree dell'ex Banca d'Italia, quando ancora era banca pubblica.
Con la nuova Bankitalia (la grafia ha la sua importanza) banca privata occorre ben definire a chi appartengono le riserve auree. Prima, con l'esistenza della Banca d'Italia non si poneva il problema perché sia le riserve statutarie (devolute alle banche private socie di Bankitalia) sia le riserve auree erano di proprietà dal popolo italiano perché appartenenti alla Banca d'Italia banca pubblica. Ora la cosa non è del tutto chiara. Sarebbe il caso di chiarire la questione prima che si avanzino diritti, a mio avviso inesistenti, sulle riserve auree del popolo italiano. Credo sia urgente definire la questione perché nel caso dell'uscita dall'euro dell'Italia o di qualche altro Paese dell'UEM, le riserve auree potrebbero avere un'importanza economico-monetaria strategica determinante. Esserne privi significherebbe non avere nessuna estrema possibilità di manovra. Ebbi modo durante le presentazioni pubbliche sui Paesi dell'UE che andranno al voto per le prossime elezioni europee del 25 maggio di descrivere l'evoluzione dei cosiddetti partiti euroscettici nei Paesi dell'Unione.
Mi soffermai in particolare sul Front National di Marine Le Pen che recentemente si è imposta all'attenzione del panorama politico europeo per il grande consenso ottenuto nelle elezioni amministrative. Ciò è un evidente segnale che la politica di Hollande sia interna che internazionale non è gradita ai francesi. Il test elettorale ovviamente ha assunto un carattere previsionale rispetto alle future elezioni europee. Il dato che dovrebbe preoccupare i politici francesi e non solo è quello sull'astensionismo salito al 35,91%, dato che avrà il suo peso anche alle europee. Se guardiamo le statistiche vediamo che l'affluenza alla prima elezione del parlamento europeo del 1979 in Francia fu del 61,7% per poi arrivare al 40,6% dell'ultima elezione del 2009. Se anche alle prossime elezioni europee i francesi dovessero confermare il dissenso attraverso l'astensione, il Front National si imporrà ampiamente anche nel Parlamento europeo. Se ciò avverrà non dimentichiamo la promessa di Marine: "porterò la Francia fuori dall'euro". La Francia il 09.05.1950 attraverso l'allora Ministro degli Esteri R. Schuman disse: “Il Governo francese propone di porre l’insieme della produzione franco-tedesca del carbone e dell’acciaio sotto un’autorità comune in un’organizzazione aperta alla partecipazione degli altri paesi d’Europa”. Così facendo diede il via alla CECA che poi si trasformò nell'attuale UE. Sempre la Francia, ebbi modo di dire, deciderà il destino della futura Europa. Leggere certe notizie è veramente illuminante e nello stesso tempo irritante.
In un'intervista l'ex Primo ministro rumeno Emil Boc ha dichiarato di essere favorevole a rimandare l'aumento delle accise sui carburanti (tutto il Mondo è paese in fatto di fisco) perché la Romania ha un tasso di crescita del 3,5% e con questa crescita non è plausibile un aumento della pressione fiscale. Avete letto bene +3,5% mi chiedo da quanti anni l'Italia non vede una crescita di tale portata. Ricordo che la Romania è nell'Unione Europea ma fuori dall'euro, usano la moneta nazionale il leu (cambio odierno 4,461 RON contro 1 euro). Con il loro cambio riescono ad essere concorrenziali e quindi ad esportare i loro prodotti ed a frenare le importazioni, l'esatto contrario di ciò che succede in Italia. A buon intenditor poche parole. |