Credo si debba analizzare questo prima punto così promettente. Se si taglia il cuneo fiscale per 10 miliardi di euro è evidente che è necessario recuperare i fondi da qualche altra parte nel bilancio dello Stato. La copertura, lo abbiamo sentito, è un taglio permanente in alcuni capitoli, non ancora precisati della spesa pubblica.
C'è da chiedersi in termini generali dove sia il vantaggio economico per l'Italia. Si taglia da una parte ed i fondi risultanti vengono dirottati verso altri capitoli.
Si noti ancora che i Premi Nobel americani da sempre indicano come soluzione l'aumento, NON la riduzione della spesa pubblica tenuto conto che l'attuale crisi italiana ed europea della zona euro è essenzialmente una crisi di domanda e non di offerta. Sempre in termini e metodi con le imprese.
Fin qui tutto bene? Nessun dubbio? Qualche dubbio esiste.
Occorre a questo punto chiedersi qual è il ruolo della moneta di cui Renzi non parla assolutamente quasi che il problema non esistesse. Procediamo con un semplice esempio.
Nel Mondo vi sono solo 2 Paesi. Il Paese A ha un'economia forte e competitiva, il Paese B è l'esatto contrario di A. Entrambi questi Paesi hanno la stessa identica moneta con lo stesso identico cambiragione del massimo effetto sull'economia. Risulta chiaro che il massimo effetto circa l'aumento della domanda di beni e servizi per il mercato italiano avverrebbe con un deciso taglio dell'IRPEF e non dell'IRAP. Ciò giustificato dfamiglie di B guardano i prezzi dei beni del Paese A e vedono che con la loro moneta possono comprarli perché non vi è alcuna differenza nel cambio (infatti hanno la stessa moneta). Risulta di tutta evidenza quindi che l'eventuale aumento di capacità di spesa delle famiglie una grande parte di questa si trasformerà in aumento di beni di importazione con il conseguente peggioramento della bilancia commerciale e quindi con un ulteriore peggioramento dell'economia del paese B. In questo caso l'indifferenza della moneta gioca a sfavore del Paese B ed a favore del Paese A.
Immaginiamo ora che la moneta sia diversa, con cambi diversi e che il Paese B abbia la moneta nazionale svalutata del 20% rispetto alla moneta del Paese A. In questo caso il lo. Nel Paese B avviene un taglio dell'IRPEF, le famiglie si trovano maggiore disponibilità e chiedono maggiori beni e servizi. Dato che il cambio della moneta è il listino prezzi dei beni di un determinato Paese, le famiglie di B guardano i prezzi dei beni del Paese A e vedono che con la loro moneta possono comprarli perché non vi è alcuna differenza nel cambio (infatti hanno la stessa moneta). Risulta di tutta evidenza quindi che l'eventuale aumento di capacità di spesa delle famiglie una grande parte di questa si trasformerà in aumento di beni di importazione con il conseguente peggioramento della bilancia commerciale e quindi con un ulteriore peggioramento dell'economia del paese B. In questo caso l'indifferenza della moneta gioca a sfavore del Paese B ed a favore del Paese A.
Immaginiamo ora che la moneta sia diversa, con cambi diversi e che il Paese B abbia la moneta nazionale svalutata del 20% rispetto alla moneta del Paese A. In questo caso il listino prezzi del Paese A sarà più caro del 20% rispetto ai prezzi del Paese B. Se nel Paese B vi fosse un aumento della capacità di spesa delle famiglie, questa solo in minima parte si rivolgerebbe all'acquisto di beni e servizi del Paese A per il semplice fatto che costerebbero il 20% in più rispetto ai beni e servizi prodotti nel Paese B. In questo caso non si avrebbe un peggioramento della bilancia commerciale del Paese B perché si chiederebbero beni e servizi del Paese B migliorando l'intera economia. In questo caso la moneta non sarà più indifferente ma giocherà a favore del Paese B ed a sfavore del Paese A.
Renzi di questo non parla assolutamente. Una dimenticanza?