http://ec.europa.eu/economy_finance/db_indicators/ameco/index_en.htm.
Quello riportato sopra è il link per accedere ai dati che hanno portato a questo interessantissimo grafico che dimostra oltre ogni dubbio lo scarto della crescita pro capite fra Italia e Germania a partire dall'anno 1960. Ripeto per maggior precisione che i dati sono stati proposti dalla Commissione Europea, quindi dati ufficiali. Come si nota fino al 1996 non è apprezzabile uno scarto rilevante fra la crescita italiana e quella tedesca. A partire dal 1996 le cose peggiorano costantemente per l'Italia. Ricordo a me stesso che l'Italia rientrò nello SME nel dicembre 1996 e che i cambi irrevocabili con l'euro furono fissati il 31.12.1998. Mi chiedo come si possa ancora affermare che il problema per l'economia italia non è l'euro. http://pernechelegabriele.weebly.com/ http://www.wallstreetitalia.com/article/1686746/trading/borsa-milano-in-gran-rialzo-2-6-ribassisti-si-ricoprono.aspx
Cosa farà Draghi?. Dall'articolo si legge che alcuni Paesi dell'Unione stanno avendo risultati di inflazione negativa: Grecia - 1,5%, Cipro -0,9%, Portogallo -0,4%, Spagna e Slovacchia - 0,2%. Se confrontiamo questi valori con i dati odierni ( 16.04.2014) vediamo lo spread BTP Bund sotto la soglia di 160 p.b. ed il cambio dollaro/euro a 1,3818. I valori di inflazione negativa cioè di deflazione ( i prezzi dei beni e servizi diminuiscono) come ci insegna la storia giapponese portano non ad un incremento dell'economia ma ad una sua ulteriore contrazione. Questo avviene perchè chi vuole spendere denaro ( avendone a disposizione ovviamente) osservando i prezzi in diminuzione rimanda l'acquisto nell'attesa che i prezzi scendano ulteriormente. Quando il comportamento di cui sopra è collettivo, l'intera economia si contrae con ripercussioni negative sul tasso di occupazione. Per avere uno sviluppo dell'economia dovrebbe essere il contrario e questo ci porterebbe nelle condizioni della Curva di Phillips. Il differenziale fra la resa dei BTP e Bund tedeschi ci dice che l'avvaloramento della lira, se ancora esistesse, ci porta a cambi sempre più lontani del cambio fissato a 1936,27 lire/euro e quindi testimone della grande difficoltà in cui versano le aziende esportatrici italiane. Lo stesso ragionamento si riflette nel cambio euro/dollaro, penalizzante per tutte le economie dell'eurozona. Draghi dopo le promesse " di fare tutto ciò che serve per la difesa dell'euro", dopo l'indicazione data ai mercati di "ricorrere a strumenti non convenzionali" per non far apprezzare troppo il cambio euro/dollaro, dopo l'LTRO, dopo i QE, spero sia arrivato finalmente il momento di agire concretamente in favore dei Paesi che hanno le economie in grande sofferenza. Come?. Agendo come dovrebbe agire una qualsiasi Banca centrale, vendere euro ed acquistare dollari portando il cambio ad un valore concorrenziale che mi piacerebbe fosse la parità ( 1 euro 1 dollaro). http://pernechelegabriele.weebly.com/ Stiglitz ha perfettamente ragione.
Come non essere in accordo con J. Stiglitz ( Premio Nobel per l'economia)?. L'autore del celeberrimo libro " La globalizzazione ed i suoi oppositori" ritorna ancora una volta sull'argomento euro ed Europa. Il Premio Nobel dice che per il momento le "promesse" di Draghi ( Presidente BCE) sono riuscite a spaventare i mercati internazionali ma si dichiara fortemente dubbioso che la ripresa economica in Europa sia a portata di mano. Per una vera ripresa, dice il Professore, serve agire sul denominatore del rapporto debito pubblico PIL e cioè incrementare i consumi, gli investimenti e la spesa pubblica ( meglio se produttiva). Perchè ha ragione Stiglitz?. Perchè esiste il moltiplicatore keinesiano che ci indica di quanto può aumentare il reddito attraverso la propensione marginale al consumo (c') attraverso l'incremento degli elementi citati sopra. Immaginiamo un incremento della spesa pubblica (meglio se produttiva, attenzione anche una spesa pubblica improduttiva avrebbe lo stesso effetto) attraverso questo semplice rapporto 1/(1-c') capiamo che se c' che rappresenta la propensione marginale al consumo che può variare da zero ad 1, se c' aumenta l'intero rapporto diventa più piccolo. Se il rapporto che ingloba la propensione marginale al consumo c' lo inseriamo nella formula del moltiplicatore keinesiano [1/(1-c'(1-t))]*(A+G+I+NX) vediamo subito che tanto maggiore sarà la propensione marginale al consumo c' e tanto più grande sarà il moltiplicatore [1/(1-c'(1-t))]. Ciò significa che se dovessimo con stimoli esogeni (esterni) aumentare la propensione al consumo ciò si tradurrebbe in maggior stimolo di crescita dell'economia maggiore di ciò che ho dovuto impiegare per lo stimolo stesso. Se il moltiplicatore keinesiano lo si moltiplica per i fattori (A+G+I+NX) che indicano i fattori di stimolo si può calcolare quale sarà l'effetto complessivo della crescita del PIL in ragione dello stimolo effettuato. A rappresenta il consumo di sussistenza G la spesa pubblica ( meglio se produttiva ) I gli investimenti e NX il saldo della bilancia commerciale ( importazioni meno esportazioni). Ora se come è evidentissimo occorre migliorare il PIL italiano è necessario agire sul moltiplicatore keinesiano e quindi INCREMENTARE non ridurre la spesa pubblica( meglio se produttiva), INCREMENTARE gli investimenti non ridurli, INCREMENTARE le esportazioni e non ridurle, perchè cosi' facendo il rapporto debito pubblico PIL vedrebbe una riduzione. Per far questo occorrono alcune premesse indispensabili: avere una moneta nazionale, possedere la sovranità monetaria avere una banca pubblica prestatrice di ultima istanza. In una parola dobbiamo essere liberi, come popolo, di decidere il nostro futuro. |